Il tappeto, questo sconosciuto...

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Tra teoria e pratica

Per "tappeto" si intende di norma quello annodato, e cioè un particolare tessuto decorato, eseguito a mano con la tecnica della "annodatura" in modo da ottenere non un normale tessuto piatto, ma un vello che ne nasconde la struttura portante: l'armatura. Questa a sua volta è costituita dalla griglia formata dall'intreccio di fili orizzontali (la trama) con altri verticali (l'ordito). La tecnica dell'annodatura prevede l'esecuzione di una fila orizzontale di nodi, normalmente intrecciati su due catene dell'ordito, alternata ad una o più corse di trama. Dopo ogni piccolo nodo, il filo viene tagliato, in modo da ottenere quel caratteristico "ciuffo" che, unito a tanti altri, costituisce il vello del tappeto. Per eseguire il disegno si fanno dunque nodi con fili di colori diversi, procedendo come se a ciascun nodo corrispondesse la tessera di un mosaico da comporre.

Esistono vari modi di annodare un tappeto, la materia prima, invece, rimane sempre costante, costituita dalla lana, dal cotone e, per alcuni esemplari, dalla seta. Si tratta però di fibre molto soggette al deterioramento per loro stessa natura; la lana soprattutto, che con il passare del tempo destinata a cristallizzarsi e quindi a polverizzarsi. L'alta deperibilità della materia prima del tappeto, non favorendone la conservazione, spiega la scarsità di documenti oggettivi d'epoca di cui disporre, oltre a comportare conseguenze fondamentali per i criteri di classificazione cronologica, nonchè per la definizione del tappeto d'antiquariato. Infatti, se per i quadri o i mobili il periodo comprende vari secoli, spaziando dal '300 fino al '800, e in alcuni casi arrivando in epoche ancora più remote, il tappeto è da considerarsi già vecchio quando raggiunge i 50-60 anni d'età, ed entra a far parte dell'antiquariato quando supera i cento anni. Alcuni esmplari del '700 infatti, si trovano, in frammenti, solo in pochi musei.

Dove e perchè sia nato il tappeto annodato, costituiscono due quesiti basilari che però non hanno ancora ricevuto risposte sicure, dal momento che mancano prove documentarie concrete. Ciò nonostante, potrebbe essere giusto collocare la creazione di questo manufatto in un'epoca primitiva e remota, ritenendola attuata da popolazioni nomadi e rozze, desiderose di proteggersi dal freddo del terreno senza dover sacrificare per questo le pelli dei loro preziosi animali. Il tappeto sarebbe quindi nato su rudimentali telai orizzontali, facilmente smontabili o trasportabili con il preciso scopo utilitaristico di sostituire con un vello artificiale, quello naturale delle pelli di pecora e di capra con cui queste popolazioni si scaldavano, evitando il contatto diretto col terreno. In origine quindi, l'intento sarebbe stato esclusivamente pratico e non artistico; solo qualche tempo dopo, sarebbe sorto anche il piacere estetico, il desiderio di decorare l'interno delle proprie tende con questi particolari tessuti, che sarebbero stati allora dotati di più colori e di disegni vari, diventati poi motivi decorativi costanti. In seguito le popolazioni nomadi avrebbero fatto conoscere questa loro creazione anche alle genti dei villaggi e delle città, che se ne sarebbero appropriate, apportandone anche modifiche alla costruzione, con l'introduzione ad esempio, dei telai verticali.

Il più antico esemplare di tappeto fu ritrovato nel 1947 in Siberia, sui monti Altai, precisamente nella valle di Pazyryk, dalla quale prese il nome, in un tumulo apparternuto ad un capo sciita, interamente racchiuso nel ghiaccio e quindi per questo, quasi perfettamente conservato. Completamente in lana e con motivi raffiguranti una teoria di cavalieri e alci, questo esemplare è databile intorno al V secolo a.C. e, dato il luogo del ritrovamento, fa ritenere che in origine l'uso del tappeto si sia sviluppato nella zona del Turkestan, dalla quale, in seguito alle migrazioni, si sarebbe diffuso verso ovest in Persia, Caucaso e Anatolia, verso est in Cina e, più tardi, verso sud in India.

Come riconoscere un buon tappeto...

Argomento questo, trai più ostici da trattare in quanto, come ogni altro oggetto d'arte, il tappeto necessita di una grande conoscenza ed esperienza, e non esistono dei canoni universali per i quali si possa dire: "questo tappeto è buono, quest'altro, no"; Sicuramente è basilare conoscere la provenienza del pezzo, ma è altrettanto importante valutarne la materia prima e la tecnica con la quale è stato prodotto, il tipo di nodo, la densità degli stessi (anche questo però non è un valore assoluto), è necessario insomma, riuscire a guardare un pezzo nel suo insieme, e per questo occorre purtroppo, un lungo periodo di studio. Una cosa però possiamo dirvi: diffidate dagli acquisti facili, dalle offerte (il tappeto, quando è buono, è un bene da investimento, e come tale, non può esistere nessuna offerta o svendita su di esso) dalle pubblicità ingannevoli di realizzo, ponete la vostra fiducia in chi conosce davvero il tappeto Orientale e non nel primo "imbonitore" che vi capita; pensate poi, che nell'acquisto del tappeto, ogni piccolo scarto di capitale investito, comporta in genere un grosso scarto di qualità del prodotto, vale cioè il detto:"Chi più spende, meglio spende".

In ogni caso, se volete, potete rivolgervi a noi, potremo eventualmente consigliarvi anche dei testi validi, sui quali iniziare l'affascinante studio dell'oggetto più particolare che potete sperare di possedere:

Il tappeto Orientale

 

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Ultima modifica: febbraio 28, 2009

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